Quando la Scienza incontra la Legge

Durante le fasi investigative, ma anche durante il processo, investigatori, forze dell’ordine, magistrati e avvocati devono dare risposte solide e scientificamente valide ad una serie di quesiti che permettono di ricostruire gli eventi accaduti durante e dopo il crimine, definendo così i ruoli e le responsabilità delle persone coinvolte. Negli ultimi anni c’è stato uno sviluppo sempre più crescente ed un utilizzo sempre più diffuso delle discipline scientifiche per la ricostruzione dei crimini. È infatti maturata la consapevolezza che la comprensione dei crimini può avvenire solo unendo le differenti tessere del grande puzzle delle scienze forensi. L'applicazione delle scienze nel contesto giudiziario pone però un grande problema di linguaggio tra mondi che talvolta sono molto lontani ma che solo riuscendo a comunicare con un linguaggio comune e condiviso possono raggiungere lo scopo che è comune: offrire un valido servizio alla Giustizia. Termini come "stima", "errore", "variabilità" assumono significati diversi a seconda che vengano pronunciati da un "uomo/donna di scienza" o un "uomo/donna di legge". Partendo dal confronto tra i linguaggi comunemente usati nei due mondi, quello delle scienze e quello della legge, cercheremo di delineare una strategia comune per realizzare un linguaggio che sia rigoroso nei termini e rispettoso delle specificità, ma al tempo stesso efficace nello scopo.