Exuvie project

Un progetto che si compone di una moltitudine di esuvie di cicala - lo strato più superficiale dell’esoscheletro, che durante la muta si stacca dall’insetto sotto forma di una membrana secca- con altrettanti oggetti incastonati all’interno. La cicala lascia la sua prima pelle, il suo involucro ninfale, attaccato al tronco di un albero, o su uno stelo. Lei continua a vivere, a emettere le sue vibrazioni estive e qui resta solo ciò che era. La sua pelle adesso è la guaina del prima, è il passato che si porta dentro i ricordi, gli istinti e i momenti più preziosi. L’installazione, opera dell'artista Alice Padovani, parla dunque dell’impossibilità di ignorare ciò che eravamo prima di “cambiare pelle”, e che rimane con noi sotto forma di fardello o come arma, da portare con orgoglio o con fatica. Questo piccolo esercito di esuvie è quindi come un’ode alla metamorfosi: come un linguaggio segreto che abita sotto la nostra pelle, il passato ci accompagna e traduce il nostro reale, ricordando il prima per riscrivere il dopo.