Don't leave me alone

Quando scoppia una pandemia, i sistemi sanitari soffrono per via della crescita vertiginosa dei casi in un breve lasso di tempo: per questo è importante avere un approccio sistemico multidisciplinare che possa garantire la prevenzione del contagio, impattando il meno possibile sul sistema Paese. Il distanziamento fisico e la quarantena preventiva sono due degli strumenti che sono stati utilizzati, soprattutto nelle fasi iniziali della pandemia da Covid-19, per arginare la diffusione del virus. Con un rischio: quello di aumentare la solitudine in situazioni e persone già potenzialmente fragili. Attraverso gli scatti di Alessio Romenzi, Medici Senza Frontiere, organizzazione medico-umanitaria internazionale indipendente fondata nel 1971 da un gruppo di medici e giornalisti, racconta la pandemia in Italia, in particolare in quattro contesti: presso l’ASST di Lodi; all’interno di una RSA nelle Marche; dentro al carcere di San Vittore a Milano; presso un insediamento informale a Roma. “Ho fotografato le case di riposo all’inizio della pandemia ed è stato surreale, come trovarsi sospesi nel tempo, – le parole di Romenzi – avevamo a che fare con qualcosa di sconosciuto e pericoloso. Questi luoghi erano accomunati dallo stesso desiderio di contatto umano”. Ripercorriamo quei mesi terribili grazie alle sue fotografie.