Composti bioattivi ed economia circolare

Molti sottoprodotti delle filiere agro-alimentari, di quelle delle piante officinali/ornamentali e della lavorazione del legname sono preziose fonti di composti bioattivi da valorizzare in un modello di Economia Circolare, nel quale il flusso di scarti diventi una risorsa innovativa nella difesa di colture agricole. Una rinnovata attenzione su questo tema è stata sollecitata dal D.M. 264/2016 che invita le aziende al riutilizzo dei sottoprodotti, altrimenti considerati scarti da smaltire. Finora, una parte di essi è stata destinata a mangimistica e biocarburanti, ma i metaboliti secondari in essi presenti possono trovare impiego anche in altri ambiti: ad esempio nell’agricoltura biologica (come insetticidi e diserbanti naturali) o nella conservazione delle derrate alimentari. L'estrazione dei composti bioattivi da scarti, da riutilizzare nella formulazione di nuovi prodotti fitosanitari, rientra nella cosiddetta Green Chemistry. La verifica dell'efficacia di estratti vegetali, singoli metaboliti secondari e oli essenziali è seguita dalla valutazione in campo in aree pilota. I principali destinatari dell’innovazione sono infatti gli agricoltori, che attualmente non dispongono di validi bio-erbicidi e insetticidi a basso impatto ambientale, nonché le aziende del settore agrifood e, infine, i consumatori stessi, sempre più attenti all’ecosostenibilità dei prodotti che acquistano.