Animali che parlano

Gli uccelli canori gorgheggiano su pali, alberi, siepi, edifici e fili della luce, grazie a una maestria vocale dovuta a un curioso organo che assomiglia a una zampogna cartilaginea, il siringe. Alcuni uccelli poi, sono imitatori straordinari: un trucco per tenere lontani potenziali competitori alimentari. Di notte tambureggiano gufi e guaiscono civette; cicale e grilli friniscono freneticamente nei pomeriggi afosi o nelle notti estive, grazie a sonagli rigidi e a zampe da violinisti plasmate dalla fervida lotta per la sopravvivenza nell’universo darwiniano. La panoramica della comunicazione animale riferisce che il suono animale sostituisce, complementa, moltiplica segnali sensoriali paralleli: stimoli olfattivi, visivi, gustativi, termotattili, ecc… I vagiti dei topi neonati indirizzano e modulano il comportamento della madre, ma devono evitare di essere percepiti dai tanti feroci predatori che si aggirano attorno al nido: soluzione brillantemente risolta grazie a emissioni che si disperdono rapidamente nel brusio di sottofondo. Lo psicolinguista Noam Chomsky teorizzò una grammatica universale per tutte le lingue umane, e qualche primatologo coraggioso tentò di dimostrare che anche un giovane scimpanzé possedeva, tra i suoi diversificati versi naturali, qualche cenno di analisi non troppo illogica.  Queste e altre interessanti storie in un viaggio alla scoperta dei modelli comunicativi animali, per riflettere anche sul linguaggio proprio della nostra specie.